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Cos’è la densitometria ossea
La Densitometria ossea è un esame finalizzato alla valutazione della gravità dell’osteoporosi, la condizione in cui lo scheletro è soggetto ad una perdita di massa ossea e di resistenza, ed è maggiormente esposto a fratture. La perdita di massa ossea si verifica a causa di vari fattori legati alla nutrizione, al metabolismo o ad alcune patologie.
La Densitometria ossea si basa su radiazioni ionizzanti (raggi X) come la radiologia tradizionale. Le apparecchiature per la densitometria sono in grado di calcolare la densità di sali minerali presenti nell’osso, in particolare il calcio, e in base a questi dati è possibile stabilire il livello di gravità della patologia e la terapia adatta.
A chi viene eseguita
Secondo le linee guida presentate dal Ministero della Salute nel 2005, le indicazioni per l’esecuzione dell’esame di densitometria ossea sono:
- precedenti fratture da fragilità (causate da trauma minimo) o riscontro radiologico di fratture vertebrali;
- riscontro radiologico di osteoporosi;
- donne in menopausa con anamnesi familiare di frattura osteoporotica in età inferiore a 75 anni;
- donne in menopausa con indice di massa corporea inferiore a 19 kg/mq;
- donne in postmenopausa con presenza di uno solo dei seguenti fattori di rischio: inadeguato apporto di calcio, carenza di vitamina D, fumo >20 sigarette/die, abuso alcolico >60 g/die;
- donne in menopausa precoce o chirurgica;
- donne e uomini in trattamento prolungato con alcuni farmaci;
- donne e uomini che presentano condizioni patologiche a rischio di osteoporosi.
Come si svolge
Il paziente viene fatto sdraiare sul lettino. Nella maggior parte dei casi, l’esame prevede due proiezioni: una lombare e una del collo del femore. Se il medico lo richiede, la strumentazione permette di eseguire anche una densitometria total body, vale a dire di tutto il corpo, senza cambiare la dinamica dell’esame (il paziente rimane sdraiato sul lettino).
Pur essendo basato sull’esposizione ai raggi X, l’esame densitometrico è meno dannoso rispetto ad una radiologia tradizionale. Infatti, per analizzare la composizione delle ossa è sufficiente un livello di intensità di radiazioni più superficiale, con un impatto meno significativo sui tessuti.
Anche per questo, nei pazienti che sono affetti da osteoporosi, viene ripetuto il controllo ad intervalli regolari di due anni. L’esame ha una durata breve, intorno ai 20 minuti, un tempo sufficiente per far accomodare il paziente, raccogliere le immagini e ricostruire l’anamnesi.