Radiologia Tradizionale
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Cos’è la radiologia
La Radiologia tradizionale rappresenta un passaggio molto importante da cui iniziare l’iter diagnostico per indagare determinate patologie. Si basa sulle radiazioni ionizzanti (Raggi X) e presenta alcune controindicazioni per via dell’impatto potenzialmente dannoso delle radiazioni sul corpo umano. Tuttavia oggi sono disponibili sistemi di analisi radiologica che ottengono ottimi risultati diagnostici con un impiego ridotto di radiazioni.
A chi si prescrive
Presso il Centro è possibile effettuare radiografie di tutto il corpo: dal torace agli arti inferiori e superiori, ma anche radiografie di distretti complessi come la caviglia e del rachide. Per quanto riguarda quest’ultimo distretto, presso Il centro è possibile analizzare il grado di curvatura della colonna vertebrale nei casi di scoliosi (in particolare nel settore dorso-lombare), oppure gli atteggiamenti antalgici che assume il corpo dopo un trauma, come nel caso del colpo di frusta (esame utile in ambito infortunistico).
In moltissime patologie, in particolare dell’apparato muscolo-scheletrico, l’esame radiologico rappresenta il primo livello di studio, da eseguire sempre per evitare di sottoporre il paziente ad esami non necessari. Ad esempio, patologie come l’artrosi al ginocchio o la periartrite della spalla possono essere esaminate correttamente con una lastra ottenendo tutte le informazioni necessarie.
Come si svolge l’esame
Il personale del servizio assiste il paziente durante tutta la procedura, assicurando che essa si svolga nel rispetto degli standard di sicurezza per tutte le persone coinvolte. Una volta compiuto l’accesso nell’area di radiologia, viene accertato il tipo di esame da compiere tramite i sistemi computerizzati della clinica, che consentono al personale di evitare qualsiasi errore nell’erogazione del servizio. Vengono inoltre accertate le condizioni del paziente e raccolte le informazioni necessarie a svolgere l’esame in tutta sicurezza. Al paziente viene richiesto di scoprire la parte del corpo da esaminare e recarsi nella stanza dove è presente il tavolo radiologico; se necessario viene aiutato ad assumere la corretta posizione a seconda del distretto da controllare. Il personale si impegna a soddisfare tutte le sue esigenze in sede d’esame. La durata della prestazione cambia a seconda della zona osservata e dalla quantità di proiezioni necessarie per un’analisi approfondita. Per ovvi motivi, l’obiettivo degli specialisti e dei tecnici radiologi è limitare al massimo l’esposizione del paziente alle radiazioni.
Il personale dedicato (tecnici di radiologia) coordina insieme al medico radiologo un percorso ben codificato per ottimizzare queste prestazioni. Il Centro ha scelto di sviluppare le immagini esclusivamente in formato digitale per avere un minore impatto ambientale, offrire un luogo di lavoro più salubre per gli operatori, e ridurre l’ingombro delle informazioni.
OPT – Panoramica dentale
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Cos’è l’OPT
L’Ortopantomografia è una tecnica radiografica che riproduce l’immagine bidimensionale dei denti, delle arcate dentarie e delle ossa mascellari e mandibolari.
I vantaggi sono:
- Possibilità di modificare in seconda battuta la risoluzione e la qualità dell’immagine evitando così il dover ripetere inutilmente l’esame;
- Archiviazione dati su supporti informatici
- Consegna al paziente delle immagini digitali su CD-ROM (su richiesta);
Questo esame è fondamentale:
- prima di un trattamento odontoiatrico, fornendo un quadro generale al dentista che mirerà a quel punto gli interventi e le cure necessarie per il paziente.
- per valutare lo stato della dentizione nei soggetti in età di sviluppo, per evidenziare eventuali malformazioni dentarie o denti inclusi e per ricercare lesioni ossee, infiammatorie, cistiche o tumorali a carico degli alveoli e degli altri costituenti scheletrici che circondano i denti.
Come si esegue
L’apparecchio utilizzato prende il nome di ortopantomografo e consiste in un braccio meccanico orizzontale che ruota intorno alla testa del paziente, irradiando l’arcata dentaria con un fascio di raggi x. Simultaneamente alla rotazione del braccio si sposta parallelamente una cassetta radiografica sulla quale viene impressa l’immagine. L’esame viene effettuato in piedi, con la testa del paziente allocata all’interno dell’apparecchio e tenuta ferma da due appoggi morbidi in corrispondenza delle orecchie.
Il paziente è invitato a mordere con gli incisivi anteriori un punto di fissaggio ricoperto con plastica sterile: questo assicura la corretta posizione e l’immobilità della testa. A questo punto, il braccio e la cassetta iniziano a ruotare intorno al capo del paziente, acquisendo l’immagine. La scansione di tutta la bocca avviene in soli 10 -15 sec. Il paziente prima dell’esame deve rimuovere oggetti metallici dal capo quali orecchini, collanine, piercing soprattutto a livello linguale che potrebbero falsare l’esito. Vanno inoltre rimossi eventuali apparecchi protesici mobili e, ovviamente, le dentiere.
Chi può effettuare l’esame
Non vi sono esclusioni particolari ad eccezione delle donne in gravidanza. Inoltre proprio per le modalità di esecuzione, l’esame risulta difficile coi i bambini troppo piccoli (età inferiore ai 5/6 anni) e in alcuni casi di patologie neurologiche determinanti tremore incontenibile.
Densitometria ossea DEXA
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Cos’è la densitometria ossea
La Densitometria ossea è un esame finalizzato alla valutazione della gravità dell’osteoporosi, la condizione in cui lo scheletro è soggetto ad una perdita di massa ossea e di resistenza, ed è maggiormente esposto a fratture. La perdita di massa ossea si verifica a causa di vari fattori legati alla nutrizione, al metabolismo o ad alcune patologie.
La Densitometria ossea si basa su radiazioni ionizzanti (raggi X) come la radiologia tradizionale. Le apparecchiature per la densitometria sono in grado di calcolare la densità di sali minerali presenti nell’osso, in particolare il calcio, e in base a questi dati è possibile stabilire il livello di gravità della patologia e la terapia adatta.
A chi viene eseguita
Secondo le linee guida presentate dal Ministero della Salute nel 2005, le indicazioni per l’esecuzione dell’esame di densitometria ossea sono:
- precedenti fratture da fragilità (causate da trauma minimo) o riscontro radiologico di fratture vertebrali;
- riscontro radiologico di osteoporosi;
- donne in menopausa con anamnesi familiare di frattura osteoporotica in età inferiore a 75 anni;
- donne in menopausa con indice di massa corporea inferiore a 19 kg/mq;
- donne in postmenopausa con presenza di uno solo dei seguenti fattori di rischio: inadeguato apporto di calcio, carenza di vitamina D, fumo >20 sigarette/die, abuso alcolico >60 g/die;
- donne in menopausa precoce o chirurgica;
- donne e uomini in trattamento prolungato con alcuni farmaci;
- donne e uomini che presentano condizioni patologiche a rischio di osteoporosi.
Come si svolge
Il paziente viene fatto sdraiare sul lettino. Nella maggior parte dei casi, l’esame prevede due proiezioni: una lombare e una del collo del femore. Se il medico lo richiede, la strumentazione permette di eseguire anche una densitometria total body, vale a dire di tutto il corpo, senza cambiare la dinamica dell’esame (il paziente rimane sdraiato sul lettino). Pur essendo basato sull’esposizione ai raggi X, l’esame densitometrico è meno dannoso rispetto ad una radiologia tradizionale. Infatti, per analizzare la composizione delle ossa è sufficiente un livello di intensità di radiazioni più superficiale, con un impatto meno significativo sui tessuti. Anche per questo, nei pazienti che sono affetti da osteoporosi, viene ripetuto il controllo ad intervalli regolari di due anni.
L’esame ha una durata breve, intorno ai 20 minuti, un tempo sufficiente per far accomodare il paziente, raccogliere le immagini e ricostruire l’anamnesi.